VEDETTA ANTISOMMERGIBILE "V.A.S."


L' affondamento

All' entrata in guerra dell'Italia a fianco della Germania, il 10 giugno 1940, la Marina Italiana aveva in servizio 46 Mas di tipo moderno, affiancati da circa 15 unità, un po' superate, sia da un punto di vista tecnico sia dal punto di vista degli armamenti.
Nel novembre del 1940 lo Stato Maggiore della Marina ordinò al comitato dei progetti navali l'elaborazione di uno studio per la realizzazione di un tipo di cacciasommergibili che avesse una stazza di circa 100 tonnellate, una velocità di 18/20 nodi, che fosse semplice ed economico da costruire e che si potesse produrre in larga serie. Nacquero così le vedette antisommergibile V.A.S. (Vedetta Anti Sommergibile).
Tra il 1941 e il 1943, con enormi sforzi economici e grandi sacrifici (se si considera lo stato in si trovava l' esercito italiano), in Italia furono realizzate poco più di un centinaio di unità antisommergibili di questo tipo.

Il 9 settembre 1943, il giorno dopo la storica promulgazione dell'armistizio, le due unità Vas 301 e Vas 304 si trovavano nel porto di Genova per lavori.
Furono requisite però immediatamente dai tedeschi, i quali contrassegnarono rispettivamente la VAS 301 con la siga "R.A. 254" la VAS 304 come "R.A. 255".
La prima (VAS 301) fu affondata durante l'abbandono di Sampierdarena; la seconda (VAS 304) il 21 agosto 1944, in azione di combattimento nel Golfo di Genova contro forze di superficie inglesi. La VAS 306, nei giorni dell' armistizio, era a Genova in allestimento; catturata dai Tedeschi, che la utilizzarono assegnandole la sigla "R.A. 251", l'unità risulterebbe affondata da forze di superficie inglesi il 22 agosto 1944, al largo di Genova.

Alla VAS 302 fu assegnata la sigla "R.A. 257"; pare sia stata affondata a Genova il 2 agosto 1944 da aerei alleati (vi sono dunque ragionevoli possibilità che si tratti del nostro relitto). Alla VAS 303 fu assegnata invece la sigla "R.A. 256", ma risulterebbe affondata da aerei alleati il 30 marzo 1944 a Livorno (escludendo, quindi, la probabilità di una qualche coincidenza con il nostro relitto).

Il relitto di Genova potrebbe essere dunque quello della VAS 304, 306 oppure 302.
Questa Vedetta Antisommergibile dovrebbe essere stata varata probabilmente da uno dei cantieri liguri (cantieri Baglietto, di Varazze o Ansaldo di Genova, tra i principali costruttori di molte delle circa 100 unità realizzate). La VAS dislocava una stazza di circa 90 tonnellate, aveva una lunghezza di 34 metri ed una larghezza di 5 metri: poteva raggiungere, come si è detto, una velocità di circa 20 nodi e aveva 26 uomini d'equipaggio a bordo.
L' unità era dotata di un notevole numero di bombe di profondità (specialmente torpedini a getto), di apparati idrofonici e di due lanciasiluri da 450 mm.; inoltre nella parte prodiera trovava posto una mitragliatrice Breda da 6,5 mm.

L' immersione

Il relitto della VAS è rimasto inesplorato per almeno 60 anni e solo recentemente (2002) è stato fatto oggetto di una spedizione di rilevamento e documentazione da parte di un gruppo italiano. La VAS giace sul fondo, ad una profondità di circa 51 m. ed in assetto di navigazione. La poppa è sfondata, poichè fu centrata dai bombardieri alleati ed esplose immediatamente: la nave giace infossata nella sabbia, ed a bordo è rimasto diverso materiale, sia bellico che di equipaggiamneto (bussola, telegrafo di macchina..).
Si possono ancora notare le protezioni del cannoncino di poppa, insieme con alcuni resti di una delle bombe di profondità, ormai allagata e adagiata sul lato di dritta della nave. Dall'ingresso della sala macchine, che è molto stretto, si possono osservare ancora i motori in serie, collegati ai 2 compressori, presumibilmente utilizzati per l'avviamento della propulsione.
Su ogni lato si distinguono con chiarezza diverse lampade che ancora hanno al loro interno le lampadine integre; tutti gli oblò ed i vetri della nave risultano anch'essi integri (non essendo stata visitata che dopo più di mezzo secolo, essa è rimasta intoccata e non saccheggiata).
Nella zona del ponte di comando sono rimasti diversi strumenti di navigazione (bussola, seconda bussola, due luci di via, faro di segnalazione, telegrafo di macchina).
E' visibile ancora la mitragliatrice Breda, posizionata sul ponte vicino al piedistallo e sormontata dal suo tipico caricatore a banana.
Nel punto esterno della prua si distingue un' argano per il recupero dell'ancora, di dimensioni abbastanza notevoli.

Per l'immersione ad aria i tempi sono un pò limitati, ma il Dive Plan è comunque possibile; sarebbe però più adatta una classica miscela Trimix normossica, (21%O2-60%N2, 20%He) con PNE (Profondità Narcotica Equivalente) di ca. 34 m, decompressione in EAN 50-80 e/o O2 (per tempi di fondo attorno ai 20-25 min.), e, ovviamente, un' equipaggiamento tecnico standard.
Caratteristiche variabili dell' immersione rimangono la possibilità di correnti ed una certa eventualità di scarsa visibilità (ma a volte, al contrario, addirettura migliore in inverno che in estate).


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© Prima pubblicazione: 05 Novembre, 2003 - Ultimo aggiornamento: 05 Januar, 2005 a cura di
Paolo Genta